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  Basket Brescia Magazine Leonessa 4: 63-66, 2020
www.basketbrescialeonessa.it
 In quel giorno era mancato mio padre e ricordo ancora il forte dolore che provavo. Nello stesso anno però ho trovato nel club, nello staff, nei compagni e nel pubblico bresciano un fortissimo calore che mi hanno dato la forza e il desiderio di andare avanti con entusiasmo.
Nella stagione 2012-2013 l’approdo al Basket Brescia, che cosa ricordi di quel periodo?
Tante aspettive, forse troppe, dopo la precedente stagione culminata con la sconfitta in finale con Pistoia. Un anno sfortunato, penalizzati anche dal regolamento che tolse una squadra di A2 gold dai play-off.
Nonostante i risultati in quella stagione, con i playoff sfiorati, come dicevo, ho avuto modo di conoscere e stimare la famiglia Bonetti. L’amore per questo sport, la serietà professionale e i numerosi sacrifici fatti per poter creare basi solide per un futuro importante erano presenti quotidianamente in tutto. I tifosi e le famiglie della Leonessa erano e sono ancora oggi un esempio di sportività per tutto il movimento cestistico italiano.
Ti senti ancora con i compagni di quell’annata?
Tra i compagni di quella stagione ho avuto modo di mantenere forti contatti e collaborare, non in veste di giocatore, ma come direttore tecnico della mia scuola basket Here You Can, con Tamar Slay. Come me, Tamar, si occupa di allenare i giovani e di trasmettere loro la passione per il basket e abituarli a lavorare seriamente per far in modo che la pallacanestro possa avere nella loro vita un ruolo importante.
Cosa c’è nel futuro di Fabio Di Bella?
Ora alleno nella mia scuola basket, che in 8 anni è arrivata a contare oltre 1.100 atleti, e sono direttore tecnico di circa 40 tecnici (tra allenatori e istruttori). Come si può immaginare non è sicuramente facile, ma credo fortemente nei valori
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