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  Basket Brescia Magazine Leonessa 4: 83-88, 2020
www.basketbrescialeonessa.it
 Sono stato bravo e fortunato, ma ci ho sempre creduto e ho sempre lavorato per realizzare il mio sogno. Non si deve mai sentirsi appagati e arrivati, ma bisogna cercare di migliorarsi sempre di più.
Penso che si possa arrivare in alto solo così.
Il futuro di Carmelo cosa prevede?
Quella che inizierà a settembre, in virtù delle regole, è la mia ultima stagione in quanto a marzo compirò 50 anni che rappresenta il nostro limite di età.
Non nascondo che mi farebbe molto piacere potermi meritare una deroga per continuare in quanto mi sento ancora in grado, fisicamente e mentalmente, di poter stare in serie A e, soprattutto, la passione continua a essere sempre forte e tale da spingermi a un impegno sempre maggiore.
Qualora però dovesse andare diversamente, ovviamente, mi atterrò alle regole.
Non ho ancora pensato a un futuro diverso, comunque mi piacerebbe poter contribuire alla crescita dei colleghi più giovani nei modi e nei tempi in cui la federazione, eventualmente, decidesse di utilizzarmi.
Il Cameo di Fabio Facchini
Parlare di Carmelo Lo Guzzo, come per altri colleghi con cui ho avuto la fortuna di arbitrare, non è difficile. Nel “panorama linguistico” poi Carmelo è una vera rarità in quanto avere il privilegio di parlare con un “Pisano” con l’accento catanzarese è bellissimo, ma allo stesso tempo divertente perché riesci a prenderlo in giro e a ridere ogni volta che hai una discussione. Ma soprattutto perché lui ride con te. Tecnicamente molto preparato, ha migliorato il suo approccio alla gara stagione dopo stagione grazie anche alla possibilità di arbitrare con una generazione di Arbitri davvero al Top. Anche con me: con Carmelo ho arbitrato ben ventisei gare, alcune di queste impegnative altre molto più importanti, sia in doppio che in triplo. Ho due ricordi molto nitidi che mi legano a Carmelo in un campo di basket. il primo è in una gara ad Avellino dove durante un contropiede il giocatore in “lay-up” subisce un contatto falloso e mentre sta per sanzionarlo Carmelo scivola a terra e continua fino ad arrivare oltre il perimetro di gioco, la palla entra e Lui con una tranquillità disarmante convalida da terra e indica anche il giocatore “reo” di aver commesso il fallo. Inutile dire che non sono riuscito a trattenermi e ho riso di gusto vedendolo in terra. Come se niente fosse, dopo essersi alzato da terra correndo verso il tavolo per la segnalazione, Carmelo abbozzando un lieve sorriso alza la sua mano e ci diamo il “cinque”. Ne è uscita una “gag” simpatica, tanto che successivamente anche nello spogliatoio ci abbiamo riso con il commissario di turno, Pasquale Zeppilli. L’altra gara che non posso dimenticare è durante i play-off dove Carmelo si trova designato ( mi viene ancora da sorridere) con me e Colucci, Cantù vs Benetton. Posso immaginare come si sentiva con una designazione del genere. Ricordo che in un contropiede, lui arbitro centro e Colucci nel passare arbitro guida a seguito di un contatto, sento distintamente due fischi quasi simultanei: guardo subito verso Carmelo e sorrido perché il suo braccio alzato con il pugno che indica “fallo” scende piano piano, nonostante Colucci lo avesse “solamente” guardato...
Credo che l’idea di questa rubrica voluta da Matteo sia bellissima, perché offre ai tifosi e agli appassionati di basket la possibilità di conoscere meglio anche la persona che c’è dietro la divisa da arbitro. Carmelo è una persona molto seria, ligio in tutte le cose che deve fare o svolgere. Pochi sanno che è riuscito ad ottenere la
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