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 Arbitri: Carmelo Lo Guzzo
Marco Pisoni
 Ti ricordi la tua gara 600 in serie A?
Il 5 gennaio del 2020 ho arbitrato Brindisi/ Avellino con Lorenzo Baldini e Matteo Boninsegna. Ero molto emozionato anche perché prima della gara ho ricevuto tantissime telefonate/messaggi e anche al campo tanti si sono complimentati con me per il traguardo raggiunto. La partita è andata bene è così con i miei colleghi ho anche potuto festeggiare a cena.
Dicono che in campo ami il dialogo con giocatori e allenatori, ti senti un po’ diverso da altri tuoi colleghi nel modo di approcciare al match?
Mi fa piacere se si dice questo, perché, sinceramente, è parte del mio carattere e del mio modo di pormi in campo così come nella vita.
Penso che il dialogo, il sorriso, la battuta, piuttosto che l’imposizione dell’autorità, aiuti nella conduzione della gara e nel ricevere lo stesso rispetto che cerco di dare. Non nascondo, però, che se qualcuno se ne approfitta, mi irrigidisco e allora mi chiudo. E sotto il profilo tecnico aggiungo che il fatto di essere disponibile e aperto al dialogo, comunque, non vuol dire che non prenda eventuali provvedimenti disciplinari, quando sono necessari: in questo non mi sono mai tirato indietro
Meglio Facchini o Lamonica?
Domanda per la quale trovare una risposta è un’impresa difficilissima.
Sono due grandissimi fuoriclasse, con i quali ho avuto la fortuna di arbitrare diverse volte (e anche partite molto rilevanti) e con i quali ho sempre avuto anche un buon rapporto anche fuori dal campo.
Sono due personalità decisamente diverse, ma arbitrare con loro era sempre un piacere sia per l’approccio alla gara che per la conduzione della stessa: c’era sempre da imparare.
Li scelgo, pertanto, entrambi, anche se una piccolissima % in più la spendo per Gigi Lamonica solo per il fatto di averlo avuto come tutor nel mio primo anno di Eurolega/Eurocup. È stato veramente bello essere seguito e consigliato da un arbitro di questo spessore e le trasferte all’estero ci hanno anche permesso di conoscerci sempre meglio.
Un consiglio per un giovane che vuol diventare arbitro?
Arbitrare è un modo diverso di fare sport. Per arbitrare, a qualsiasi livello, ci vuole passione, spirito di sacrificio, preparazione, intesa come fisica, mentale e sulle singole gare che si è designati ad arbitrare.
Dico anche che è necessario uscire dalla “sindrome di Calimero” pensando che quell’osservatore, quel dirigente, quel giocatore o il designatore ce l’abbiano con noi.
Ognuno fa il proprio dovere e cerca di farlo al meglio, sbagliare si sbaglia tutti, nessuno con premeditazione e si devono accettare gli errori così come, tutte le componenti della pallacanetro devono accettare i nostri errori.
In ultimo mi sento di consigliare che oltre a tutto quanto detto, ci deve essere quella sana ambizione che deve portare a cercare di arrivare sempre più in alto
Quando io ho iniziato mi sono detto : “Voglio arrivare in Serie A”.
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