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  Basket Brescia Magazine Leonessa 4: 57-62, 2020
www.basketbrescialeonessa.it
 Intervista a Massimo Di Giovanni Preparatore atletico • Nick: Mario Stivaloni
MATTEO BONETTI
Massimo nasce come giocatore ed allenatore di basket, sport per il quale ha una passione infinita. Partecipa al Primo Corso Nazionale di Preparatore Fisico della FIP nel 2002 e ottenuta la qualifica, inizia la sua carriera a Cecina, sua città natale, dove vince il campionato di DNB (B2) come vice preparatore.
Nel 2004 il salto in Serie A con Livorno, dove si prende cura del settore giovanile e collabora con la rivista Giganti del Basket; nel 2005 passa alla Viola Reggio Calabria, sempre in Serie A.
Dopo l’esperienza di Reggio Calabria, Massimo
vince il campionato di DNC© come capo-
preparatore della squadra del Pontedera e nell’estate
del 2007 viene richiamato a Livorno in LegaDue
per due stagioni, dove ottiene la salvezza lavorando con coach Dell’Agnello.
Le sue qualità lo portano al Prokom, in Polonia, in sostituzione del responsabile atletico, e lì ha l’occasione di lavorare con una squadra d’Eurolega.
La stagione seguente si trasferisce ad Omegna per poi ricongiungersi con coach Dell’Agnello a Brescia prima e a Forlì poi, raggiungendo sempre i Playoff.
Nel 2013 si sposta a Barcellona Pozzo di Gotto, prima di approdare nel 2014 a Brescia, dove vince la Serie A2 nella stagione 2015/2016 e dove sfiora i playoff in Serie A nella stagione successiva. Il campionato 2017/2018 è il preparatore di Reggio Emilia, serie A dove arriva nelle prime quattro in EuroCup.
L’anno succesivo la svolta voluta ovvero la scelta di uscire dal giro che conta perchè le priorità della vita sono cambiate.
Massimo cosa ti ha spinto a fareil preparatore atletico? Raccontaci dei primi passi in questo mondo?
Facevo l’allenatore di settore giovanile, insieme al minibasket erano le uniche cose che mi interessavano. Quando nel 2001 su insistenza di Charlie Recalcati la Federazione creò il primo corso per preparatori fisici di basket ad Alassio, mi iscrissi subito non per diventare preparatore ma per esercitare l’allenatore con anche basi di preparazione fisica. Dopo un anno e mezzo, alla fine del corso mi ritrovai senza volerlo, ad essere merce rara, perché saremmo stati si e no 30/40 preparatori certificati in tutta Italia. Praticamente mi “obbligarono” a Cecina ad occuparmi della preparazione fisica del settore giovanile. Lì lavorava un grande allenatore livornese, Mauro Volpi con trascorsi in serie A da giocatore, che l’anno dopo mi portò con se
  

















































































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