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 Intervista a Massimo Di Giovanni Matteo Bonetti
 Tempi supplementari
Amo il basket, fino a 2016 ho giocato nel campionato CSI a Brescia. Ho avuto l’onore di giocare con Marco Pedrotti, Stefano Cantamessa, Oliviero Maestrelli, Luca Tosini, Saverio Barone, Massimo Gadola, Raffaele Merighi e me ne dimentico tantissimi. E c’era anche lui, Marco Solfrini, la persona più rispettosa del mondo. Nel 2014 appena seppi che sarei tornato a Brescia lo chiamai da casa mia al telefono per sapere se esistesse ancora la squadra, lui mi dette il numero dell’allenatore ed aggiunse “sono contento se giocheremo ancora insieme”. Me lo disse al telefono ed io ero ad un metro da dove sono adesso a scrivere di questo episodio, mi vengono i brividi. Che leggenda, arrivava all’allenamento (ma davvero) sempre per primo. Una volta aveva 2 giorni di un corso per lavoro a Venezia e noi col CSI giocavamo una partita che avremmo vinto facilmente in concomitanza. Lui ci avvisò che non avrebbe potuto giocare perché sarebbe stato assurdo partire la mattina da Brescia, fare il corso a Venezia, tornare a Brescia in serata per giocare e ripartire subito dopo la partita per Venezia. In più per una partita abbordabilissima. Il giorno della partita entro per primo nello spogliatoi e c’era Marco che si stava cambiando, ci guardiamo ed il mio è uno sguardo interrogativo. Lui mi dice solo “oggi il corso è finito un’ora prima” ed iniziamo a ridere entrambi. Amava visceralmente la pallacanestro e non ti faceva pesare minimamente il suo passato, se non glielo chiedevi non diceva una parola. Uno cosi lo vuoi sempre dalla tua parte. Io credo che anche nell’aldilà ci sia una lotta tra il bene ed il male e Dio quando è in difficoltà chiama a se persone come Marco perché ha bisogno delle persone migliori per far si che il bene vinca
Grazie Max
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